Cavaliere: equilibrio e coordinazione

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Il termine cavaliere deriva dal latino “caballarius” cioè “colui che si occupa dei cavalli”. Se nell’immaginario collettivo il cavaliere è il soldato a cavallo, coraggioso in battaglia e generoso verso le donne e i deboli, nel linguaggio dell’equitazione il cavaliere è colui che pratica gli sport equestri. Questi si distinguono in due grandi gruppi: le specialità olimpiche, rappresentate dal Dressage, dal Concorso Completo d’equitazione e dal Salto Ostacoli, e le specialità non olimpioniche, come gli attacchi, il polo, il volteggio, l’endurance, l’equitazione di campagna, l’equitazione americana e il cross.

Qualunque sia lo sport equestre praticato, il cavaliere deve possedere doti di destrezza, equilibrio e coordinazione. Il movimento del cavallo e le condizioni della gara richiedono, infatti, un continuo adattamento posturale al fine di mantenere l’equilibrio in sella. Ma aldilà delle doti atletiche, ci vogliono passione per i cavalli e sensibilità. Un cavaliere non deve essere unito solo fisicamente al proprio cavallo, ma anche emozionalmente e mentalmente.

È sicuramente il Dressage la disciplina in cui la relazione tra cavallo e cavaliere raggiunge la forma ideale ed esprime la sua completa armonia. La corretta esecuzione di figure prestabilite, che non sono artificiali ma riprese da gesti che i cavalli mostrano anche in libertà, è il risultato della perfetta capacità di dialogare tra uomo ed animale. Un cavaliere “padrone” della propria cavalcatura migliora anche la sicurezza e il rendimento del proprio cavallo.

Se nel Dressage cavallo e cavaliere danno prova di armonia e di eleganza nell’eseguire le diverse andature, nel salto ad ostacoli il binomio deve dimostrare la sua capacità nel superare vari ostacoli nel minor tempo possibile. La potenza del cavallo è a disposizione del cavaliere che deve calcolare i tempi, scegliere le traiettorie, assecondare il salto e mantenere l’assetto.

L’Italia vanta una grande tradizione di cavalieri nella disciplina del salto ad ostacoli, da Piero e Raimondo d’Inzeo a Graziano Mancinelli, ammirati in ogni parte del mondo.

Nella monta western, disciplina non olimpica, è il buon assetto la qualità indispensabile per il cavaliere insieme ad un costante controllo del cavallo.

Nell’endurance invece, la capacità del cavaliere sta soprattutto nel saper dosare al meglio le energie del proprio cavallo.

Come avviene per le discipline ippiche, il cavaliere deve essere in possesso di un brevetto che ne attesta il livello e che gli consente l’accesso a alle varie competizioni sportive.