Allenatore: il preparatore dell'atleta

allenatore

Il mestiere dell’allenatore non si impara solo sui libri. Ci vogliono spirito di osservazione e tante ore di pratica in pista a studiare, attaccare, cambiare e riprovare. Allenare significa potenziare la naturale dotazione del cavallo e consolidare la sua predisposizione all’esercizio di una disciplina piuttosto che di un’altra. Per questo, il primo passo per l’allenatore è lo studio delle qualità fisiche e psicologiche del cavallo per programmare in seguito un allenamento personalizzato.

Qualunque sia la disciplina sportiva nel quale il cavallo è impegnato, le prime fasi dell’allenamento puntano a migliorare la resistenza e il consolidamento di tendini ed articolazioni; in un secondo momento, si metteranno in atto gli esercizi per potenziarne velocità ed abilità.

Calcolare tempi, predisporre percorsi, aumentare gradatamente i carichi. Ogni movimento deve essere ripetuto infinite volte. Fare l’allenatore significa essere sempre presente in pista con i cavalli per verificare la corretta esecuzione degli esercizi. Ma significa anche saper cogliere, con estrema attenzione, i segnali di disagio o di stanchezza del cavallo. Una gara di pochi minuti si prepara con mesi di allenamento e deve essere seguita dai giusti tempi di recupero.

Se nel trotto, dove non ci sono limiti di peso per chi sale sul sulky, è l’allenatore che di solito guida anche il cavallo da corsa, nel galoppo non è così. È il fantino a guidare il cavallo. L’allenatore dovrà quindi definire in piano di allenamento per il cavallo e per il cavaliere e prima delle corse, confrontarsi con il fantino sulla tattica di gara.

Per svolgere l’attività di allenatore a livello professionale è necessario ottenere la patente con la qualifica di allenatore tramite un corso di formazione seguito da un periodo di tirocinio.