Il cavallo nell´arte classica

01/11/2007

Legato al suo padrone, re, imperatore, condottiero da un rapporto simbiotico, il cavallo ha sempre accompagnato le gesta e la..

Legato al suo padrone, re, imperatore, condottiero da un rapporto simbiotico, il cavallo ha sempre accompagnato le gesta e la vita del suo cavaliere e proprio per questo è stato immortalato presso tutti i popoli antichi, inciso su bassorilievi, scolpito nelle statue e nei bronzi, dipinto sulle pareti delle grotte e delle abitazioni o sul vasellame utilizzato quotidianamente.E´ evidente che il cavallo era soprattutto il mezzo di trasporto usato per spostarsi da un luogo all´altro e quindi era scelto dal cavaleire con grande cura, esaminando il suo aspetto fisico e i caratteri comportamentali. Possiamo far risalire le prime raffigurazioni di cavalli al paleolitico superiore (circa 15.000-13.000 a.C.): nelle grotte di Lascaux, in Francia, alcuni ignoti pittori hanno disegnato con molto realismo le sagome di cavalli, tori e cervi, indicativi della loro presenza nel territorio e quindi ben noti ai nostri antenati.Nelle lastre di pietra incise ai tempi degli Assiri-Babilonesi, i cavalli sono scolpiti con dovizia e ricchezza di particolari: non solo l’animale con tutti i suoi dettagli, ma anche, briglie, morsi, finimenti che fanno pensare più ad un lavoro di alta oreficeria che a quello di scalpellino. Le tombe degli Egizi sono ricchi di oggetti funerari in cui spiccano i cavalli, come, ad esempio, il ventaglio appartenente al tesoro di Tutankhamon custodito al Museo Egizio de Il Cairo, ornato da un carro guidato da un arciere e trainato da un cavallo al galoppo. Altrettanto dicasi per la sala ipostila del tempio di Karnak, in cui il faraone Ramsete II è stato raffigurato alla guida di un carro trainato da destrieri. Nell’antica Grecia, la mitologia ha assegnato al cavallo un ruolo centrale: basti pensare a Pegaso, il cavallo alato, agli ippocampi di Poseidone, per metà cavalli e per metà pesci, alle sfide con i carri e le bighe, ai cavalli che accompagnano le avventure degli eroi, ai cavalli doni degli dei, e al cavallo più noto della storia, anche se non reale, il cavallo di Troia. Le storie e i giochi equestri con i cavalli primi attori sono ricordati su vasi, crateri, anfore, bassorilievi in pietra, monete. Non mancano opere d’arte non strettamente legate al mondo mitologico: un esempio sono i cavalli della Basilica di San Marco a Venezia, risalente al IV-III secolo a.C., e la quadriga che orna il tempo C di SelinunteAnche presso gli Etruschi i cavalli ornano il vasellame e soprattutto i sepolcri con raffigurazioni spesso policrome: basti pensare alle splendide pitture che decorano la Tomba dei Tori (circa 550 a.C.), la Tomba del Barone (525-500 a.C.), entrambe a Tarquinia, i cavalli alati e l’ippocampo di una stele funeraria proveniente da Felsina, la corsa con le bighe della Tomba del Colle a Chiusi (500.a.C.), e ancora, la splendida coppia di cavalli alati in terracotta ritrovati anch’essi a Tarquinia e risalenti alla metà del IV secolo a.C. I Romani non furono di certo da meno di Greci ed Etruschi. Le corse con bighe e quadrighe ispirarono molteplici opere d’arte come i mosaici di Piazza Armerina (300 d.C.), e di Barcellona, le incisioni sui sarcofagi, ma anche numerosissime opere d’arte in cui il cavallo è raffigurato da solo o con il suo cavaliere o nell’ambito di storie di battaglie: la famosa statua dell’imperatore Marco Aurelio eretta nel Campidoglio a Roma nel 176 d.C., le monete con l’effigia dell’auriga vincitore o di Castore e Polluce insieme ai loro cavalli; la colonna Traiana che ricorda la vittoria di Traiano in Dacia tra il 101 e il 106 d.C.Nell´arte classica il cavallo è quindi tutt´uno con il suo cavaliere, perché è anch´esso artefice delle sue vittorie oltre che quotidiano compagno di battaglie in cui contavano la destrezza e la velocità.



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