Il cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido

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Alla fine del 1800 in Italia andava facendosi sempre più pressante l’ esigenza di poter disporre di un capo equino pesante di produzione nazionale adatto sia ai lavori agricoli, sia al tiro. In effetti nelle aziende della Pianura Padana venivano regolarmente allevati cavalli di tipo pesante senza tuttavia che vi fosse un indirizzo razziale e qualitativo ben preciso. Furono pertanto eseguiti esperimenti mirati d'incrocio introducendo nella popolazione equina di quelle zone stalloni appartenenti alle razze pesanti più famose: Bretone, Ardennese e Belga, Percheron e razze inglesi. I migliori risultati qualitativi si raggiunsero con i riproduttori Norflok e Bretoni, di conseguenza a partire dal 1910 l'indirizzo di riproduzione per la maggior parte si identifica con l'impiego degli stalloni Bretoni in incrocio con la popolazione di fattrici locali. ll successivo meticciamento selettivo dei prodotti di selezione dette origine ad un ceppo a se stante che, negli anni successivi al 1945 venne denominato: Cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido (T.P.R.). A partire dalla fine degli anni '70 si è assistito ad un processo di riconversione della razza che ha portato ad accentuare la vocazione alla produzione della carne non tralasciando per quelle caratteristiche di correttezza morfologica, di eleganza e soprattutto di nevrilità e brillantezza di movimenti che costituiscono il patrimonio selettivo originario. Attualmente il Libro genealogico del Cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido può contare su circa 6.000 capi iscritti presso 950 allevamenti distribuiti in diverse regioni. Le principali zone interessate alla selezione sono quelle d'origine (Veneto, Emilia Romagna e Friuli) ma anche dall'Umbria, dall'Abruzzo e dal Lazio; notevole espansione si è avuta inoltre nel Sud ed in particolare nelle regioni Puglia e Campania. Gli obiettivi della selezione prevedono il rapido accrescimento con buone masse muscolari e diametri e la produzione di soggetti con peso vivo adulto compreso fra 700 e 950 Kg. circa. L'impiego originario del Cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido per il lavoro, seppur divenuto secondario, non è stato completamente abbandonato. In alcune zone montane, infatti, i soggetti in allevamento vengono ancora impiegati per i piccoli lavori aziendali, per la fienagione e per il disboscamento. Infine, sta trovando una notevole espansione anche il suo impiego per gli attacchi amatoriali: infatti molti allevatori addestrano ed attaccano regolarmente i loro cavalli.